venerdì 17 luglio 2009

G.






Beth sale sul palco. è proprio lei, grassa da far schifo, quasi bassa.
-Ciao Torino!
da quella mole di carne esce una voce da bambina, come strizzata da tutto quel corpo penso, che fatica dev'essere a uscirne.
solleva un bicchiere di birra. e rutta. alla tua salute cara. tutti applaudono senza impazzire. beata te che mangi e bevi, le torinesi qui presenti sono tutte ossa, con il solito costoso look perfetto trasandato e la puzza sotto il naso. io indosso dei pantaloni bianchi scoloriti, e una borsa che non so dove mettere. a Buenos Aires però andava di moda la frangetta.
lo spettacolo è cominciato. un po' le canzoni mi sembrano tutte uguali, un po' non mi sforzo a capire l'inglese, così decido di fare almeno qualche foto. nella macchina ci sono le vacanze appena finite: a riguardarle, con questa musica di fondo e il buio tutto attorno, fanno rima e io mi perdo. ogni tanto mi sembra di riconoscere Call me di Blondie, altro tanto la colonna sonora di Supercar (-Kit, vieni a prendermi). vado indietro.
il complesso però mi piace. la guardo, Beth, muove le braccia, le tette il culo ma non dimagrisce. è un fenomeno americano, è tutta king size. il personaggio mi appassiona come l'aneddoto di un sobborgo.
qualcuno tra le prime fila le mette in mano un volantino.
lei, che è buio e non capisce l'italiano, tutto quello che vuol sapere è:
-Is it gay?
musica.
-Is it gay?
poi canta Standing in the way of control, l'unica Carlo che conoscevo oltre la uniforme somiglianza di tutte le altre canzoni. e come sempre quando qualcuno canta per l'ennesima volta il pezzo che l'ha reso famoso, non riesco a non chiedermi: ma non è stanca?
ma forse tu meglio di me sai che Narciso, quando cadde nel lago, non fu per stanchezza. 
e intanto mi guardo intorno, la mia è serenità mista a indifferenza, non fosse per la borsa senza manico.

e alla fine sai cosa fa?
intona "We are..."
io penso: stupenda, un omaggio trash-pop.
e invece no, fa We are the champions. io rimango della mia idea. voleva cantare Michael Jackson ma il fenomeno americano deculturato secondo me si è sbagliato. che ne pensi? sì sì dev'essere andata proprio così, perché all'inizio le note erano quelle di We are the world. ma non lo sapremo mai, le luci si sono spente troppo in fretta: la cicciona rischiava un infarto a cantare seriamente con tutti quei chili in una notte d'estate.
e me ne vado, così come son venuta, inconcludente per un attimo quasi senza senso. 
però tu sai io c'ero andata per te.

ps. e quando mi libererai di questo inutile cinismo? chissà quanti altri gossip mi son persa.  

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