sabato 29 marzo 2008

sono passato di qua

per vedere il vuoto della pagina nera. quello che ho lasciato io e che non hai riempito tu.
ma lo so e anche molto bene, siamo stanchi e forse confusi. Vogliamo cose che non riusciamo a capire, marionette e castelli, sabbia e cemento, roma e milano, vivere alemno due volte, per non ripeterci, maledetti errori.
ti sto aspettando e so che sei su quattro ruote finta come me e come la città degli angeli. di più.
ripensavo all'oca, quella colorata, ai tuoi capelli messi in piega, e ad una macchina senza tetto ma solo per guardare le stelle.
Ripensavo poi ad un terrazzo e quattro sedie, una comoda da litigare con un gatto astuto che c'era prima e ci sarà poi, sempre rosso, rosso speranza.
Penso ora a cosa succederà, su quale carro salirai, mi parlavi di vincitori, ma sono sempre più attratto dai vinti.
Le parole soffocano, le dita inceppano, gli accenti perdonano. Il sole fuori mi infastidisce, non ora, non è il momento.
Arriverai stasera?
Forse domani. Cosa importa, sarò sempre uguale, io e le mie certezze, due che non vacillano.
Sogno di far parte di un nucleo sovversivo, una società segreta, e liberare animali come fossero persone, basterebbe già.
Il treno sta fischiando, ma non lo prendo, è solo un'occasione in meno per capire che ho ragione.
E' tutto sbagliato.
Cambiamo il punto di vista.
E' tutto giusto.

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