Così sono partita, con la fretta di partire ma non di arrivare, e siccome anche l'autostrada a un certo punto finisce, sono arrivata anche a Torino, dove mi aspettava una pioggia leggera. Perché qui i calici sono già andati in frantumi tanto tempo fa, la città non finge, almeno lei si mostra com'è, grigia così come la vedi. Niente facciate colorate. Prendere o lasciare. Fermarsi o ripartire. A noi la scelta.
mercoledì 2 aprile 2008
A cena, nella mia insalata: non hai notato? I cubetti di canestrato erano dello stesso colore di quelli di pera. E io cercavo di accoppiarli nella forchetta, un cubetto di formaggio e uno di pera, cercavo di mantenere l'ordine e abbinare i gusti, ma era facile confondersi e la tua impazienza ha finito per mettere fretta anche alla mia e da metà insalata in poi non ho più capito niente: così, addio sequenza pera-canestrato-boccone-tempo di degustazione. Ho dovuto attendere l'ananas per ritrovare un po' di sollievo, dolce freschezza. Non vieni quasi più qui -eh ma non vivo più qui. C'è sempre qualcuno che mi chiede spiegazioni. Milano sottocontrollo, l'ho trovata piena di telecamere, e ognuno la replica di se stesso, ognuno incapace di uscire dal proprio personaggio: e mentre io mi specchiavo in te, per vivere almeno qualche ora di luce riflessa, la tua immagine rimbalzava a casaccio. Dondolavi: guardami sono qua poi sono là, e saltellavi dentro i tuoi pantaloni verdi, la pancia in fuori, incinta di un altro te stesso. Ma gli inglesi l'avevano capito che siete in due, che uno più uno fa due, e ti avevano fatto trovare due letti, uno per te, uno per il tuo ego. I conti tornano, non pensare mi fossi dimenticata di quel particolare. Dicevo, ho trovato Milano piena di telecamere, eppure le poche persone per strada erano fantasmi di se stesse, perse nella nebbia di un cervello annacquato. Ma un unico pensiero mi premeva: io da questa serata non ho imparato nulla, il perché che già sai te lo spiegherò un'altra volta. Rimarrà -non poco- una polaroid con il mio sorriso beota delle elementari e la spada che mi hai regalato. Quella che sento sulla mia testa (forse il sacrificio di primavera potrei essere proprio io), la spada che mi ucciderà. Oppure la stessa spada la userò per difendermi e per attaccare. Gioco o sorpresa? Inseguimi, e toglimela di mano.
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