Ciao Carlo,
volevo scriverti con un po' di tranquillità
ma qui ho capito che non è possibile.
continuano a passare macchine, motorini e furgoncini,
stranieri con gli infradito e piccioni viaggiatori.
volevo sistemarmi, aprire con finta sorpresa gli scatoloni,
disfare le valigie, ma sento che sei impaziente di avere mie notizie,
quindi eccomi qui, su un tavolino traballante di Trastevere,
a scriverti da bordo strada.
adesso che sono qui, che sono arrivata, mi sento un po' spaesata.
è come un primo posto senza coppa, non so se capisci.
non dovrò più andare da nessuna parte, dovrò accontentarmi di una casa,
ma potrò davvero fare a meno di treni e aerei?
è questo che vuoi sapere, ma ancora non posso risponderti.
nel frattmpo cerco di tenermi indaffarata, guardo viaggi da week-end, imparo i nomi delle vie, cerco parcheggio, ascolto i manifestanti davanti al ministero dell'istruzione.
cmq niente salti, è tutto normale, forse troppo io penso tu dirai,
ma era quello che volevo.
d'altra parte, non possiamo vivere andare avanti mantenendo cose dette e promesse.
si può sempre cambiare. mal che vada, ripartire.
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