mercoledì 24 settembre 2008

Cara Costanza

Cara Costanza,
lunedì ho provato a fare la Tarte Tatin. Volevo dimostrarti un po' di iterazione, liberare un nuovo ghirigoro. -Ahhhh, si è data alla cucina! (chissà quanto durerà)
La storia della Tarte Tatin è banalissima, due sorelle che si dimenticano una torta di mele nel forno, le mele cuociono troppo, lo zucchero diventa caramella, repetita iuvant. ma quello che mi diverte è che il dolce va cotto al contrario. a testa in giù. sotto le mele a spicchi, sopra la pasta frolla. La ricetta prevede anche un po' di panna d'accompagnamento, come una madama torinese, ma per svecchiarla decido che non ci sarà nessuna panna, deve camminare da sola per dio. Il tempo di cottura passa allegramente, dimentico la mia faccia incollata alla finestra del forno e penso a te Costanza. Dopo 3o minuti diligenti, succede il fatto strano. Con l'impazienza di un bambino tolgo la mia torta dal forno, mia madre dice capovolgila, adesso si stacca, ma più lo dice più m'innervosisco, sembra quasi non accorgersi che non scende niente, capisci parlava di risultati prima del tempo. Alla fine sotto i colpi della mia delusione la frolla cade, mentre le mele se ne restano appese a testa alta nella pentola. Felicità umiliata. Così le gratto, e raggruppo al centro dell'impasto, facendone per sprezzo mucchietto. Appassite, stanche, vecchie e decomposte. Ecco perché non vedi immagini, non c'era nulla da fotografare. Penso di essermi assuefatta agli anestetici, sono arrivata al bivio. Dovrò scegliere. Mi sa che non c'è ricetta migliore.

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