eccomi, in ritardo. Sono imperdonabile, non lo trovi eccitante? Mi rivoltavo nella tomba, indeciso sul dafarsi, ma le parole mi ossessionavano, e allora ho sganciato la coperta e inserendo due spinotti e una spina, centrale nel fianco sinistro, sono arrivato fin qui. Forse la torta salata, troppo pesante, magari il senso di colpa per averla mangiata fredda, lontano dai tuoi occhi soddisfatti, non so; certo che non potevo lasciar correre.
La questione è semplice, sono ancora il tuo specchio preferito. Quello grande, immobile, dove puoi riflettere la tua arroganza, rivederti, mescolarti, tra te e te, tra te e me. Sono anche lo specchio rotto, che non sazia, che non stufa, perchè tra una crepa e l'altra provaci tu a trovare il senso o quantomeno il verso.
Siamo ancora lenti, forse meglio del gorgonzola, ma solo al naturale.
Tu a torino io altrove, cosa pretendiamo? Benedetta insolenza, che ci tiene ancora in piedi, benedetta superbia, facci sognare ancora un pò. Troppo belli per essere veri, troppo veri per essere sani. Io mi sono perso e sto facendo tutto da me, quindi a chi darò la colpa amore mio?
Eppure sono fiero di te. Perchè ti conosco, perchè ti stai avvicinando all'ennesimo ritorno verso l'insoddisfazione.
Non credere sai che non colga i sengali, i tripli sensi e qualche banalità, ne faccio tesoro e come si dice dell'arte, insomma, si li metto in disparte.
Ho troppo sonno per essere così come tu mi vuoi, e poi perchè non lasciarti la possibilità di infierire? Questo momento va assecondato, io incudine tu martello.Ma cosa credi costruiremo? Avevi ragione tu quando dicevi "lascia stare los angeles, finta più di noi, noi che già siamo inguaiati"
fumo ancora, perchè la voce mi si abbassi, e le urla diventino impercettibili
tu tappati le orecchie comunque, non si sa mai.
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